
Nomi di dominio: un sodalizio con la link building
Un buon posizionamento SEO dipende da molte concause.
Certamente un posizionamento naturale richiede moltissimo lavoro e lunghi tempi di attesa. Un sito di recente costruzione ha bisogno di tempo per affermarsi sul web, crearsi degli “amici” raccomandabili che lo referenzino, farsi conoscere e accedere alla popolarità necessaria per posizionarsi in cima ai motori di ricerca.
Qualunque sia la strategia SEO che preferite adottare, c’è però una verità che dovete tenere a mente sempre:
“I link sono i fattori di rank più importanti”. Parola di Craig Campbell.
Per questa ragione la Link building resta una delle migliori soluzioni utilizzate dai professionisti per velocizzare la scalata dei motori di ricerca, come è ben spiegato in questo articolo di SeoLuxury.com.
Come può un nome di dominio inserirsi in questa strategia per farvi risparmiare tempo e denaro?
Un nome di dominio scaduto, una piccola cosa piena di link
Ogni mese si liberano, solo per la tld .it, circa 30.000 nomi di dominio. I motivi di una liberazione possono essere diversi, vanno dalla semplice svista del titolare al momento del rinnovo, a una cessata attività, ad esempio.
Si tratta comunque di una cifra enorme che alimenta un mercato della “rottamazione” niente male, dove si possono recuperare davvero ottimi e utili affari.
Un nome di dominio è come un terreno in affitto di cui siamo solo titolari e mai proprietari. Su di esso si può costruire la propria casa: il sito web. La casa può essere distrutta e sostituita, ma il terreno resterà, come resteranno tutti gli indirizzi utili per raggiungerlo, specie se la “casa” che ospitava era molto visitata.
Se il dominio albergava un sito presente sul web da una decina d’anni, ad esempio, con un fattore di rank autorevole e siti referenti di un certo livello, appropriandosi del dominio, si avrà accesso a tutto questo “storico”.
Un nome di dominio per la SEO?
Un nome di dominio scaduto non vale nulla se non è parte di una strategia di marketing digitale.
Ogni dominio deve avere un obiettivo preciso. Solo così si potrà sfruttare il suo traffico organico, inserendolo in una strategia pianificata a monte.
Un buon posizionamento SEO si raggiunge lavorando On-Site e Off-site.
I nomi di dominio fanno parte di una strategia Off-site di Link building. L’idea è di trasferire il traffico maturato negli anni della permanenza del dominio sul web a un nuovo sito, che magari ancora non ha alcuno storico.
Vediamo come, con qualche esempio concreto.
Il dominio fainotizia.it ospitava un ottimo sito di cronaca (è possibile controllare su web.archives.org per vederne lo storico) che ancora racconta di sé attraverso il numero enorme di link referenti e un Moz Authority che è davvero raro incontrare.
La prima regola è: rispettarne la tematica.
I link sono come i segnali stradali. Non potete mettere un’indicazione “Roma” sulla strada per Bombei, così come non è possibile mettere un sito di veterinaria su un dominio che per anni ha albergato un sito di abbigliamento. Il tasso di rebond di quelli che cercano un veterinario penalizzerebbe, in questo caso, immediatamente il vostro sito di vestiti.
Fainotizia.it sarebbe perfetto per ospitare ad esempio un sito di cronaca o un blog d’attualità che potrebbe accedere a tutto il traffico da esso ancora generato, in perfetta coerenza con le tematiche del dominio che potete controllare nel “Topical Trust Flow”. A lato di ogni topic potete vedere un numero che indica, con un indice che va da 0 a 100, quanto quella tematica è importante rispetto alle altre.
Le ancore di testo
Se riuscite a trovare un dominio che ha ancore di testo corrispondenti alle parole chiave che volete classificare come anchor text sarebbe perfetto, perché il tutto avrebbe un aspetto molto naturale.
Ma perché sembri ancora più naturale sarà necessario dosare in modo corretto ancore di testo con corrispondenze esatte ad ancore di testo che utilizzano sinonimi. Con Youdot è possibile esplorare le anchor text accedendo ai dettagli del dominio.
Qual è la giusta percentuale tra sinonimi e corrispondenze esatte? Difficile stabilirlo. In generale, per i settori di nicchia, Google è disposto ad accettare più corrispondenze precise e meno sinonimi.
Potete usare anche ancore di testo straniere, nessuno sarà penalizzato per aver ricevuto link da siti esteri.
Fate attenzione a non generare modelli di anchor text che Google possa identificare e penalizzare. Per saperne di più sugli algoritmi di Google che penalizzano le keyword fasulle vi rimando a questo articolo di SeoLuxury.com .
Le Metriche di riferimento
Per essere sicuri di non acquistare una cantonata è necessario fare affidamento alle metriche del dominio. Youdot ha istituito una metrica specifica, il DotRank: una media di tutti i valori raccolti sul dominio grazie ai dati di Moz e Majestic. L’aggiornamento dei dati è indicato sotto al nome di dominio stesso (in questo caso i dati sono stati raccolti il 22 febbraio).
Il numero di backlink entranti e il Majestic Trust Flow sono due indici che è utile guardare. Molti backlink associati a un basso “livello di fiducia” sul web (inferiore a 10 ad esempio), indicano che siamo di fronte a “spam”. Youdot ha un algoritmo che esclude i domini penalizzati, ma se qualcosa sfuggisse alle maglie dei controlli esiste una garanzia soddisfatti o rimborsati a cui fare appello.
Il Moz Authority indicherà invece la forza del dominio nei confronti dei motori di ricerca.
Indirizza il traffico di un dominio per la SEO
Avete scelto il vostro dominio, grazie ad un’accurata analisi?
Ci sono diversi modi di indirizzarne il traffico e di utilizzarne appieno il cosiddetto juice SEO.
Per prima cosa: siate veloci! Il potenziale SEO si disperde rapidamente se il dominio viene lasciato per troppo tempo alla deriva.
Avete più di un’opzione per sfruttarlo al meglio.
La prima, e più semplice, è quella di fare un redirect 301 o spostamento permanente. Questo comando dirà di redirezionare utenti e spider dei motori di ricerca da un vecchio indirizzo a uno nuovo, senza compromettere il valore di posizionamento della vecchia URL e portandosi dietro l’eredità del page rank.
La seconda opzione è quella di cablare nuovi DNS. In questo caso si evita di redirezionare il traffico, cosa questa che in genere i motori di ricerca non preferiscono. Per conoscere la soluzione migliore però, non esitate a rivolgervi a SeoLuxury.com, chiedere consigli a un esperto SEO farà la differenza tra competenza e “fai da te”.
Sebbene tutto questo appaia complicato per chi è alle prime armi, sulla piattaforma Youdot si può gestire in autonomia il proprio dominio, direttamente dalla pagina “amministrazione domini”.
Ben inteso, un dominio non farà miracoli, per poter sfruttarne il traffico è necessario lavorare sul nuovo sito di destinazione perché quest’ultimo risulti all’altezza di quello che sostituisce e a cui il traffico è dovuto (lavoro on-site). Ma se sapete fare le cose per bene, non sarà difficile trasformare il traffico acquisito in una superba occasione di monetizzazione.